Notte di paura a S. Maria Capua Vetere: la polizia ricorre ai lacrimogeni

Notte di rivolta al Centro di accoglienza ed Identificazione di Santa Maria Capua Vetere. Un gruppo di 4 profughi ha tentato la fuga dalla caserma dismessa “Andolfato” che ospita circa mille persone. Dopo il tentativo di fuga dei giorni scorsi, verso le 23.30 di domenica sera ci sono stati ancora disordini nel campo, sedati a fatica dalla polizia che ha fatto persino ricorso all’uso di lacrimogeni. Negli scontri almeno 15 persone sono state ferite e condotte in ospedale dopo aver riportato fratture e contusioni, mentre una decina sono state medicate direttamente sul posto. Moltissime le testimonianze che, in un modo o nell’altro, riescono a superare i confini imposti: alcuni riferiscono via sms di essere stati malmenati e costretti a rimanere per ore, in piedi, al centro del campo, altri parlano di minacce ricevute per costringerli a mantenere il silenzio sull’accaduto. È difficile sapere cosa sia realmente successo, intanto dal PD giungono richieste di spiegazioni al Ministro Maroni, affinché faccia luce sull’episodio e perché faccia chiarezza sul motivo per cui, alle sole persone ospitate presso il Centro di Santa Maria Capua Vetere, sia negata la possibilità di uscire durante le ore diurne.

Il clima all’interno del campo è estremamente teso: il sapone e l’energia elettrica sono razionati, non c’è ombra, l’acqua manca o è fredda ed il cibo, con il caldo, si inacidisce. Le batterie dei cellulari si esauriscono, come pure il credito telefonico, rendendo praticamente impossibile ogni tipo di comunicazione con parenti e persone care rimaste nel proprio paese. All’esterno del Centro si accalcano familiari preoccupati per figli o nipoti, spesso minorenni, che si trovano al di là del muro e di cui non hanno alcuna notizia. Una situazione davvero drammatica, dunque, che per ora non trova soluzione: giovedì mattina la Rete antirazzista ha denunciato l’impossibilità di garantire assistenza legale e supporto psicologico alle persone costrette nel campo.

Proprio di poche ore fa la notizia che i profughi hanno intenzione di rifiutare i pasti finché non saranno rilasciati loro 200 permessi temporanei che gli consentiranno di lasciare l’ex-caserma.

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