Ministro Galan visita Pompei: “Da domani si cambia”

giancarlo galan Il ministro per la Cultura, Giancarlo Galan, si è recato questa mattina a Pompei: “Da domani comincia la cura”. L’eredità raccolta dall’ex Ministro Sandro Bondi è dura da gestire, dopo una serie di crolli nell’immensa e maestosa area archeologica, danni che testimoniano l’incuria con cui è stata gestita. Da domani, però, si cambia totalmente, come affermato dallo stesso Galan, in visita agli scavi con il governatore della Regione Campania, Stefano Caldoro. “In un’aerea archeologica di queste dimensioni l’emergenza non finirà mai, ma la cura comincia da domani, – ha affermato il neo Ministro -Pompei è un simbolo dell’Italia, nel bene e nel male. Per l’area archeologica più importante è indispensabile una manutenzione programmata, quella ordinaria non basta”. Ben cento milioni di euro per gli scavi, divisi in quattro regioni del Sud, più altri cento che l’Ue è decisa a stanziare.

Soddisfazione anche da Andrea Carandini, presidente del Consiglio superiore per i beni culturali: “Avevo dato le dimissioni dal Consiglio superiore perché pensavo non ci fossero molte speranze. Nel mio cuore allora c’era Pompei. Non ci speravo più, ma ora sono ottimista. A volte le crisi servono”. Allo stesso modo, anche il deputato del Pd Luisa Bossa giudica molto positiva la visita di Galan, il quale aveva già designato Pompei come prima tappa del suo nuovo mandato da ministro per i Beni Culturali: “E’ un segno positivo che il ministro Galan abbia voluto visitare Pompei come primo appuntamento del suo nuovo ministero”, spiega, “gli consiglio, comunque, di andarsi a rileggere tutte le interrogazioni e gli atti prodotti dal Pd in questi anni sulle condizioni in cui è ridotto il patrimonio culturale campano”.

scavi pompei

A ulteriore testimonianza della passata cattiva gestione, più volte ammessa in prima persona dallo stesso Bondi, il deputato Pd aveva infatti “denunciato, prima ancora che avvenissero i crolli, la situazione di abbandono dell’area archeologica di Pompei. Dal ministro Bondi non è mai arrivato un segnale di attenzione”.

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