Ancora crolli a Napoli, questa volta tocca al Cimitero delle Fontanelle

Crolli, crolli e ancora crolli: sembra questa la parola ufficiale tremendamente legata alle sorti dei monumenti in Campania. Dopo il crollo eclatante della Domus dei Gladiatori a Pompei lo scorso novembre, situazioni analoghe si sono succedute fino a giungere al culmine qualche giorno fa, l’8 di aprile, quando anche il Cimitero delle Fontanelle del Rione Sanità crolla. Si tratta però di un crollo controverso: i giornali annunciano la caduta, durante la notte, di un masso dal peso di ben 1700 kg, mentre le Istituzioni parlano solo di poche pietre cadute dalla volta. Ma il fatto resta ancora insoluto e la verità odierna è che il cimitero resterà chiuso a tempo indeterminato. Lo sconcerto che ha pervaso il quartiere è stato immediato: solo la scorsa estate i comitati del Rione Sanità erano riusciti ad avere di nuovo il Cimitero delle Anime Pezzentelle riaperto al pubblico, il proprio cimitero, quello dove ogni famiglia aveva adottato una “capa e’ mort” e se ne prendeva cura al pari di un familiare vero e proprio, nella speranza che l’anima del defunto potesse intercedere per loro presso Dio. Un sentimento forte quello che lega gli abitanti di Napoli a questo che è, forse, uno dei luoghi più famosi e misteriosi dell’intera città, un luogo che ha vissuto sempre sorti altalenanti e che ora si ritrova vittima di nuovi eventi. Ma l’amministrazione partenopea ribatte che si tratta solo di poche pietre cadute dall’alto:«Solo le pietruzze di cui ero a conoscenza», ha spiegato l’assessore alla Cultura del Comune di Napoli, Nicola Oddati. «Per una città come Napoli che vive di continue emergenze, c’era bisogno di tanto allarmismo? Mi rimetto al senso di responsabilità degli organi di informazione, rammentando che l’Amministrazione Comunale ha investito in questi anni circa due milioni di euro per riqualificare un sito prestigioso e suggestivo che era chiuso dal 1980. Che ogni anno impegniamo risorse per la manutenzione ordinaria e che dal mese di giugno del 2010 è aperto al pubblico, grazie alla presenza ed alla sorveglianza di Napoli Servizi. Sappiamo di appetiti imprenditoriali e gestionali, ma noi abbiamo preferito lasciare la possibilità di visita libera o accompagnata dagli operatori turistici presenti nel quartiere ed in città».

Il problema però resta: con un Maggio dei Monumenti alle porte, i rifiuti ancora  e perennemente in strada e il crollo ormai all’ordine dei giorno dei monumenti locali, viene da pensare a quanti saranno i coraggiosi eroi che sceglieranno Napoli per le loro vacanze.

E’ decisamente tempo di cambiare.

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