Rifiuti speciali sequestrati: verso la Cina per diventare giocattoli

container rifiuti Sequestrati cinque container contenenti rifiuti speciali: in viaggio verso la Cina, sarebbero diventati giocattoli per bambini. Il blitz è stato portato a termine questa mattina dagli agenti della Guardia di Finanza, in collaborazione con i funzionari dell’ufficio Dogane al porto di Napoli. Scarti derivanti dalla lavorazione di materiale plastico erano stipati in cinque containers e destinati alla produzione di giocattoli per bambini, contrariamente a quanto dichiarato sulla documentazione: per passare la frontiera, erano classificati come materiali destinati ad attività di recupero. Il capitano della Guardia di Finanza, Alessio Iannone, spiega: “Non è la prima volta che operiamo sequestri di questo tipo. E’ difficile, però, riuscire a capire la loro destinazione finale perché, non essendo la Cina un Paese comunitario, è complesso estendere la nostra giurisdizione”. L’unica cosa su cui si è certi è che “i rifiuti rinvenuti, nel corso del tempo nel porto partenopeo vengono reimpiegati e trasformati in altro che poi, a sua volta, viene rimesso sul mercato o sotto forma di giocattoli, o di articoli elettronici, oppure in fibre sintetiche per abiti e maglieria”. Provenienti anche dal basso Lazio, gli scarti in plastica di elettrodomestici e altri aggeggi erano destinati alla Cina e in alcuni territori del Sud est asiatico.

Così, grazie all’intervento della Guardia di Finanza,  il titolare della ditta esportatrice è stato denunciato, mentre i rifiuti, in tutto 86.070 chilogrammi, sono stati sequestrati.

rifiuti speciali

Il mercato illecito dei rifiuti speciali è particolarmente florido, stando alle dichiarazioni del capitano Iannone. “Violando le normative vigenti in materia”, prosegue, “le aziende evitano di pagare le tasse, guadagnando sulle grosse quantità”. Non a caso, i rifiuti diretti agli scali cinesi erano sistemati in ben cinque containers, un carico privo di alcuna autorizzazione, “destinato”, conclude il capitano della Guardia di Finanza, “ad impianti totalmente inesistenti o non adibiti affatto per il trattamento dei rifiuti”.

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