Varcaturo: muore annegato in piscina bimbo di tre anni

Un’ inaspettata tragedia ieri mattina ha colpito la periferia nord di Napoli. Un bimbo di tre anni,  figlio di una coppia di immigrati del Burkina Faso, è morto annegato in una piscina di Varcaturo. Il piccolo, secondo le prime ricostruzioni degli agenti del commissariato di Giugliano, avrebbe avuto libero accesso alla piscina del parco Sant’Agnello, dove abitava con i genitori e cinque fratelli, attraverso un varco che normalmente è tenuto chiuso da un cancello. Non si conosce l’ esatta dinamica dei fatti e sono tuttora in corso indagini da parte degli organi inquirenti. Il piccolo Yuane Hassane è morto durante il trasporto all’ospedale a La Schiana di Pozzuoli, era figlio di una  coppia di immigrati africani stabilitasi in Italia da undici anni e munita di regolare permesso di soggiorno. Il padre della vittima lavora come dipendente di un distributore di carburanti alla periferia di Licola. Purtroppo per i coniugi Hassane, le indagini dovranno accertare eventuali responsabilità specifiche.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità negli ultimi trent’anni in Italia si sono registrate 24.496 morti per annegamento. I dati rilevati nella geografia europea e mondiale sono altrettanto preoccupanti, soprattutto per il rischio che corrono bambini e adolescenti. In Europa l’annegamento è la prima causa di mortalità per bambini tra 1 e 4 anni: ogni anno sono 5000 le piccole vittime comprese in questa fascia d’età. In tutto il mondo muoiono annegati annualmente 175000 tra bambini e adolescenti fino ai 17 anni.


L’Organizzazione mondiale della sanità chiarisce che la maggior parte degli annegamenti che coinvolgono i bambini avviene proprio nelle piscine, sia pubbliche che private. Di fronte ad un rischio così elevato, l’Oms sollecita gli Stati a predisporre una politica di monitoraggio e prevenzione, puntando sulla sensibilizzazione e sull’educazione alla sicurezza. La mortalità, tra l’altro, non è l’unico dato che va preso in considerazione: in caso di sopravvivenza infatti si registrano anche numerosi casi di danni cerebrali, con esiti problematici e talvolta invalidanti.

 

 

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