“Pena di morte per i camorristi”: manifesti shock a Napoli

pena di morte per i camorristi
Comparsi a Napoli questa mattina manifesti shock: Pena di morte per i camorristi.

Un lungo striscione, come di quelli usati per le pubblicità, con un teschio rosso al centro e la scritta, uno slogan che ha fatto infuriare, su tutti, il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino: “Quei manifesti sono incostituzionali”, spiega il primo cittadino.

Eppure l’affissione dei mega poster è esattamente in regola, nessun blitz nella notte, né abusivi: sono stati distribuiti regolarmente dalla Elpis concessionaria comunale.

Dietro il misterioso slogan, accompagnato anche da un invito ai lettori, “Proposta di legge. Firma anche tu”, la provocazione di un’artista contemporaneo: Sebastiano Deva.

Sul manifesto è possibile anche leggere il sito online, www.far-west.eu, grazie al quale sarà possibile informarsi su ogni aspetto legato all’iniziativa. Il sindaco Iervolino è deciso a ordinare la rimozione dei cartelli.

Deva presenta la sua mostra, Far West, al museo di arte contemporanea Cam, di Casoria.

museo cam casoria

Definita come una sorta di progetto di valenza civile, l’estemporanea sarà inaugurata il 19 marzo prossimo.

La mostra è curata da Antonio Manfredi (in foto, sopra) e presenta addirittura un disegno di legge di iniziativa popolare per contrastare lo strapotere della camorra.

Non solo slogan a effetto, ma una vera e propria raccolta firme per la pena di morte ai camorristi. Un decesso civile, si intende, con cui il boss di turno perderebbe ogni diritto, così come i suoi familiari fino al terzo grado di parentela.

I manifesti shock sono apparsi questa mattina al Vomero e in altre zone di Napoli, sindaco e vicesindaco di Napoli si oppongono alla provocazione, definendo le immagini “incostituzionali”, come la pena di morte invocata nel messaggio.

Come già accennato, Deva invocava alla necessità di spogliare i camorristi dei propri beni, dei propri diritti e del proprio potere, anziché della propria vita in senso letterale. Tra le iniziative legate alla proposta dell’artista, anche la condanna di ogni genere di comportamento quotidiano che riporterebbe all’argomento mafia, compreso l’utilizzo di beni e servizi retti da clan e associazioni gestite dalla camorra.

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