Circumvesuviana: mancano fondi e ruote, solo 6 carrozze

treno circumvesuviana
Drammatica la situazione dei pendolari che ogni giorno usufruiscono della Circumvesuviana.

I vecchi mezzi sono stati sostituiti da elettrotreni di misura inferiore, ovvero sei carrozze invece che nove.

Mancano i fondi per acquistare le ruote e altri pezzi di ricambio, così i passeggeri sono distribuiti in ottanta metri di lunghezza, anziché i soliti 120.

Oltre al fatto che, come affermano dal sindacato Orsa, “su 141 elettrotreni, 85 risalgono agli anni Settanta”, i passeggeri risentono ulteriormente dei soliti e quotidiani disservizi proprio per il ridimensionamento fisico del mezzo: al contrario, il numero dei passeggeri aumenta di anno in anno.

L’eliminazione di tre carrozze dal vecchio treno nasce sempre in base al vecchio discorso: mancanza di fondi, l’azienda paga in ritardo i fornitori e non ci si può permettere né pezzi di ricambio né semplici ruote su cui far viaggiare i mezzi.

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Un altro problema è costituito dagli impianti di frenatura usurati, per i quali non vi è possibilità di sostituzione.

I fondi dell’azienda dipendono al 20% dalla vendita di biglietti e abbonamenti, all’80% dalla Regione Campania. Di conseguenza, a creare la maggior parte dei problemi è proprio il contratto stipulato con la Regione, come afferma l’amministratore unico della Circumvesuviana, Gennaro Carbone: “Il contratto non è mai stato aggiornato dal 2002 a oggi. È fermo a 96 milioni di euro. Intanto, però, sono aumentati i passeggeri e sono cresciute le spese di manutenzione. Purtroppo la Regione in passato ha concentrato molte risorse per ampliare la linea, piuttosto che per consolidare quello che già esiste”.

Carbone non risparmia, però, un messaggio di futura speranza: “In ogni caso, registro ora un cambio di strategia, grazie al quale le difficoltà saranno superate entro un paio di mesi”.

Luca Del Prete e Gennaro Conte del sindacato Orsa, che avevano già ricordato la massiccia presenza di elettrotreni risalenti agli anni Settanta, sono meno fiduciosi, rammentando soprattutto un episodio drammatico accaduto lo scorso agost, quando un ragazzo morì su un convoglio della Circumvesuviana che deragliò nei pressi del Centro Direzionale:  “La circolazione è stata ripristinata, ma alle stesse condizioni di prima”, segnalano, senza che fosse presa in considerazione l’idea della dislocazione del sistema Atp, “che garantisce la decelerazione automatica, se il treno eccede i limiti di velocità”. Si è scoperto, infatti, che in quel caso l’autista eseguì manovre azzardate e ad una velocità non consentita in quel preciso tratto.

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