Sindaci vesuviani: “Riqualifichiamo la zona rossa”

zona rossa vesuvio
È scontro sulla zona rossa vesuviana.

Durante il convegno tematico promosso da Carmine Esposito, sindaco di Sant’Anastasia, l’assessore regionale all’Urbanistica, Marcello Taglialatela, ha parlato di importanti novità, tra cui un futuro ampliamento della zona maggiormente a rischio in caso di eruzione del Vesuvio, e la riqualificazione delle aree stesse.

Raccogliendo le istanze del sindaco Esposito e del primo cittadino di Somma Vesuviana, Raffaele Allocca, Taglialatela ha parlato della legge regionale 21, che stabilì la zona rossa entro il raggio di 18 comuni.

Probabile che le aree definite maggiormente a rischio possano aumentare, ma è anche condivisibile il pensiero dei due sindaci, ovvero migliorare la vita di chi vive e lavora in tali zone.

“No alle speculazioni, a nuove edificazioni, ma sì alla possibilità di abbattere immobili fatiscenti, ovvero quello che la legge 21 al momento non consente”, spiega l’assessore.

marcello taglialatela

Si intende procedere, quindi, per una pianificazione urbanistica condivisa dai 18 comuni, con le dovute differenze tra una zona e l’altra: Esposito e Allocca hanno raccolto consensi da parte di Gennaro Langella e Ciro Borriello, rispettivamente sindaco di Boscoreale e Torre del Greco, ma il primo cittadino di San Sebastiano al Vesuvio, Giuseppe Capasso, non sembra d’accordo. “Capisco il disagio di fare i conti con vincoli urbanistici, ma non è possibile rimuoverli, semmai esaltarli”.

Il sindaco Esposito sottolinea che “la legge 21 fa acqua da tutte le parti, perché siamo intrappolati e prima di morire per colpa del Vesuvio, ci ucciderà lo sviluppo negato. Se non si può costruire, devono permetterci di coniugare sviluppo e tutela, delocalizzando in queste terre aziende, uffici, università, consentendo interventi di abbattimento e ricostruzione, privilegiando chi, come noi, è in svantaggio, per i finanziamenti su turismo e imprese”.

Si aggiunge il sindaco Allocca, che, come in una sorta di appello, afferma: “Ci diano la possibilità di riqualificare i nostri centri storici, di bonificare gli alvei, di valorizzare le nostre ricchezze, non vogliamo cementificazione ma sviluppo”.

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