Funerali professor Condorelli, Iervolino: “Una passione civile e umana”

rosa russo iervolino
Il professor Mario Condorelli è stato ricordato con affetto e stima, sentimenti di cui era solito circondarsi in ogni campo in cui operava. Una folla commossa è accorsa, questa mattina, presso la basilica di San Francesco di Paola, a Napoli.

Si è spento all’età di 78 anni uno dei grandi luminari della medicina del Sud, ma anche un ex assessore alla Sanità nel governo Dini, uomo di scienza e di politica che seppe portare avanti “leggi delicatissime”, come ricorda il sindaco Rosa Russo Iervolino.

Il primo cittadino ha ricordato tutte le battaglie che Condorelli ha saputo affrontare, per combattere “il male fisico con passione civile e umana”.

Sul fronte medico, “non ha mai considerato i pazienti come oggetti della ricerca, bensì come persone da curare”, mentre, sul fronte politico, “in tanti credettero, quando arrivo in Senato, che sarebbe stato solo senatore honoris causa”, pur avendo portato avanti leggi sui disabili, sul trapianto di organi e sui cambiamenti di sesso.

Anche l’ex governatore, Antonio Bassolino, ricorda l’uomo politico sottolineandone i meriti in campo scientifico, da “grande medico” e “politico fine” quale era, ma anche un “signore, nel senso napoletano del termine, perché oggi perdiamo tutti una delle persone più belle della città, un esempio di quante risorse abbia Napoli”.

mario condorelli

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, aveva inviato un messaggio di profondo cordoglio ieri, alla notizia della scomparsa: “Vorrei dare personale testimonianza della sua eccezionale nobiltà d’animo, gentilezza e generosità, del suo amore e impegno per Napoli, e nel ricordo dell’amicizia che ha legato me e mia moglie a lui e alla sua compianta consorte, oltre che esprimere ai famigliari le più sincere e accorate condoglianze”.

L’assessore all’Università della Regione Campania, Guido Trombetti, non esita a definire Mario Condorelli “una leggenda, amico nella buona e nella cattiva sorte”.

“L’ho conosciuto negli anni in cui ero rettore della Federico II”, conclude, “nel mondo della cultura si incontrano persone di talento, di ingegno e ogni tanto una leggenda, quello che lui era”.

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