Vestito di Carnevale choc: Michele Misseri, lo zio di Avetrana

costume michele misseri
Un commerciante di Rione Sanità propone un alternativa choc ai tradizionali vestiti di Carnevale: il costume di Michele Misseri.

Si parla proprio di lui: il mostro di Avetrana, lo zio – orco, come titolano i giornali da qualche mese.

Il contadino che si è accusato e discolpato più volte del delitto di Sarah Scazzi, la sua nipote quindicenne, è giunto nelle vetrine di Le iene lingerie, negozio di intimo sito in Rione Sanità.

Il vestito, prodotto artigianalmente da Carlo Mazza, è fedele all’immagine di cui i Tg sono saturi: pantaloni e camicia a quadri da contadino, cappello, e, addirittura, una corda in mano, raffigurante l’arma con cui si pensa che la piccola Sarah sia stata ammazzata.

I clienti si dividono, chi pensa che si tratti di un’idea bizzarra e ironica, chi tende a bollare l’invenzione come volgare e macabra trovata pubblicitaria.

Vi è chi, invece, è semplicemente perplesso che la trasposizione di un omicidio già nato in chiave totalmente mediatica, sia sfociata anche come proposta di Carnevale per bambini. Si tratta, infatti, di un presunto omicida e la vittima è reale, a differenza dei balordi provenienti dalle penne di romanzieri e scrittori di fiabe.

I tre vestiti prodotti da Mazza sono andati a ruba.

Tra gli altri vestiti, si segnala anche la presenza, in vetrina, di Ruby e Berlusconi, tanto per citare anche la cronaca odierna.

Il proprietario del negozio di intimo parla di innovazione ai tempi della crisi. La scelta, discutibile per molti, di affiancare al concetto solitamente allegro e scherzoso del Carnevale, un avvenimento di cronaca nera così forte e attuale, sarebbe stato conseguenza di un’abile strategia di marketing.

Il richiamo mediatico della vicenda, infatti, ha procurato a Carlo Mazza una rapida pubblicità, più di quanto possa fare, si pensa, il dettagliato sito internet ideato proprio per allargare i confini del commercio. Il tutto, a discapito di una quindicenne uccisa brutalmente, pensa l’altra parte del popolo, quella meno divertita.

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