Un nuovo appuntamento per le donne dopo “Se non ora quando”, nuovamente chiamate in piazza proprio nel giorno in cui si festeggiano le donne: l’8 marzo.
Nuovamente per ribadire che la donna non è un oggetto, la donna lavora, in casa e fuori, la donna crea ricchezza, si sacrifica per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori anziani. La donna s’impegna nella politica, nella vita pubblica ma cosa ne riceve in cambio?Considerazione e rispetto?No!Denigrazione, umiliazione. Eppure le donne hanno contribuito alla nascita di questa “nazione democratica”.
Questa ricca e varia esperienza di vita è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile.
Le moderne campagne pubblicitarie mostrano alle ragazze giovani come diventare facilmente e velocemente delle ballerine, delle show girl, non come far valere i propri diritti.

Non si può più tacere perché stiamo superando i limiti della decenza, non possiamo più tacere, per questo l’8 marzo bisogna scendere in piazza come per la manifestazione “Se non ora quando”, a proposito di questa è arrivato il commento di Elena Coccia, organizzatrice dell’evento “In piazza Dante ho avvertito una grandissima voglia di non essere più soggetti passivi rispetto a ciò che sta accadendo. Per la prima volta, dopo tanto tempo, c’è stata una rivolta. Partiamo da questo, cerchiamo di superare le divisioni, cominciando da quelle generazionali e andiamo avanti.
Una buona occasione è l’8 marzo. Riprendiamoci questo appuntamento, come una giornata di lotta. E nel frattempo continuiamo a vederci, a parlare a scambiarci opinioni, magari ogni domenica mattina in piazza, proprio come il 13 febbraio”
Tutte le donne sono invitate a partecipare, senza alcuna distinzione, per difendere il valore della dignità.