Clinica privata rifiuta partoriente pachistana: la bambina nasce in auto

Amana, la bellissima neonata pachistana nata in una notte da incubo, non ha neanche un giorno di vita ma è già è vivacissima, mentre Asia, la sua giovane mamma, la culla dolcemente. Muhammad, il suo papà, racconta la notte che lo ha visto protagonista di una disavventura che, nonostante il lieto fine, ha letteralmente dell’ icredibile. Asia e suo marito, residenti da alcuni anni ad Arzano, dopo aver constatato la pericolosità di un parto imminente per la rottura delle acque, si sono immediatamente precipitati verso una clinica privata che era il linea d’ aria il pronto soccorso ostetrico piu’ vicino.

Il ricovero nella struttura viene negato nonostante la testa della piccola fuoriuscisse pericolosamente dall’ utero, ma, a questo punto,  il vicino di casa che aveva trasportato la coppia al pronto soccorso, con sangue freddo decide di intervenire riuscendo a far nascere la bambina in auto. Asia, dopo il parto viene trasportata all’ ospedale San Giovanni Bosco insieme alla sua meravigliosa neonata, lasciando di stucco l’ equipe medica che decide di chiamare i carabinieri del Nas. I militari dovranno accertare la dinamica dei fatti per indentificare i responsabili dell’ omissione di soccorso.

Asia dal suo letto d’ospedale è ancora spossata per il parto, lo stress e la notte di angoscia, racconta ugualmente la sua disavventura:  “Stavamo cenando quando sono cominciati i dolori,  mio marito mi ha detto di non preoccuparmi, anche perchè mancavano ancora tre giorni al parto programmato, ma i dolori aumentavano, all’improvviso ho sentito che si erano rotte le acque“.

La neomamma ringrazia il vicino per tutto l’ aiuto ed il sangue freddo dimostrato, mentre  ricorda gli istanti terribili del rifiuto ricevuto all’ entrata della clinica: ” abbiamo chiesto aiuto al pronto soccorso, ma loro ci hanno detto no, non siamo attrezzati per le emergenze, rivolgetevi all’ospedale. Non hanno neanche chiamato l’ambulanza, così siamo corsi via”.

Al  San Giovanni Bosco mamma Asia e la sua bimba, salvata dal doppio cordone ombelicale, vengono soccorsi da medici e infermieri: l’ incubo è finito. Asia ha sofferto moltissimo, il disagio della disavventura le ha provocato profonde lacerazioni interne che richiedono il ricovero. Mohammad ricorda con amarezza un particolare agghiacciante: ” la ginecologa che ha seguito Asia  lavora nella clinica nella quale  avrebbe dovuto fare il cesareo programmato tre giorni dopo, invece i medici della clinica ci hanno abbandonati senza alcun sostegno”. Muhammad spera che sia fatta giustizia, affinchè non possa mai piu’ accadere a nessuna coppia la medesima disavventura, e, nonostante tutto, dice di rispettare profondamente il nostro paese e di voler far crescere qui la sua piccola Amana.

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