Scalata al Maschio Angioino: gli operatori sociali chiedono lo sblocco dei fondi

Gli operatori sociali del comitato “Il welfare non è un lusso”  che, da quasi una settimana occupano il Maschio Angioino, chiedono a gran voce un nuovo incontro con le istituzioni per tentare di sbloccare i fondi di sostegno per il terzo settore. Gli operatori parlano di un ammontare totale di circa cento milioni di euro, ma, nell’ultimo incontro tenutosi a Palazzo San Giacomo, sembra siano sbloccati e disponibili solo 2-3 milioni di euro.

Tania, responsabile del comitato, riferisce: “Con queste cifre non si risolve nulla, tutti noi rischiamo il posto di lavoro e nostri pazienti sono senza assitenza da mesi”. La scalata alle pareti del “Maschio” è un gesto simbolico di disagio, vuole rappresentare le difficoltà quotidiane nello “scalare” le montagne delle Istituzioni.

Sergio D’Angelo, presidente di Gesco, unitamente ad altri esponenti di cooperative e associazioni, ha aderito all’azione che si è svolta al Maschio Angioino.La protesta, iniziata circa dieci giorni fa con l’occupazione di Palazzo Reale, sembrava  terminata venerdì scorso con il sit-in davanti al Teatro San Carlo durante la prima del “Pergolesi in Olimpiadè“. Oggi, con l’iniziativa di far “calare” dalla torre due arrampicatori professionisti, si sancisce la volontà di continuare la lotta finchè non saranno sbloccati i fondi.

D’ Angelo parla di incontro tra Regione Campania e Comune di Napoli per verificare  se il Comune potrà sbloccare al piu’ presto circa dodici milioni di euro. D’Angelo chiede che la burocrazia venga messa da parte in un momento in cui non solo sono in gioco centinaia di posti di lavoro, ma, soprattutto vengono a mancare servizi indispensabili a cittadini  disagiati che vivono problemi fisici e sociali importanti. Il supporto e la competenza degli operatori psicologici e sociali è fondamentale per pazienti che, grazie alla loro dedizione e impegno quotidiani, possono riscoprire cosa voglia dire vivere in maniera dignitosa.

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