L’amico di Cristofaro ne premeditava in chat l’esecuzione

Le indagini su Cristofaro Oliva, il giovane napoletano scomparso ed ucciso nel novembre 2009, sono ad una svolta cruciale: Karim Sadek, durante una conversazione on line avrebbe confidato ad una coetanea  il suo folle progetto omicida. Nove giorni dopo la scottante conversazione, Cristofaro scomparve e, nonostante il duplice arresto di venerdì scorso, il suo corpo non è stato ancora  ritrovato.

L’omicida , all’epoca 17enne, furibondo dopo aver appreso la notizia di una presunta uscita tra Cristofaro e la sua fidanzata Claudia, avrebbe scritto in chat: “Stasera vado a mettere il tritolo sotto la macchina di Cristofaro, poi nella notte entro in casa e lo ammazzo, gli taglio la gola. Ho preso due chili di tritolo, gli faccio esplodere tutto: giuro, non sto scherzando” queste  le parole di Karim, recuperate dai computer posti sotto sequestro dagli inquirenti.

Dalle intercettazioni, emerge  un quadro inequivocabile: nove giorni prima della scomparsa, il piano omicidiario e di occultamento del cadavere di Cristofaro era già pronto. Gli inquirenti regsitrano una telefonata avvenuta tra Karim e la sua fidanzata Claudia dopo che la polizia avrebbe cercato di contattarlo. La telefonata parla di orari, e Claudia con fermezza ripete piu’ volte a Karim che la sera dell’omicidio, il loro appuntamento era alle ventitrè e non alle ventuno come dichiarato dal ragazzo.

Karim, interrogato dal GIP minorile, assistito dagli avvocati Sebastiano Giaquinto e Orazio De Bernardo, ha reso una testimonianza ai pubblici ministeri ordinari e minorili. Un interrogatorio durato oltre sei ore, durante il quale Karim ha scelto una linea di difesa ben precisa. Secondo l’avvocato Giaquinto, Karim, che dopo l’arresto aveva accusato l’amico Fabio Furlan, “ha fornito interessanti risvolti investigativi che potrebbero indurre i magistrati a scagionarlo”.  Furlan, invece, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

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