Il più famoso e conosciuto è Pulcinella si sa, simbolo sia della cultura partenopea che del Carnevale napoletano ma questo personaggio è circondato da altre maschere meno note di lui eppure molto pittoresche, scopriamo quali sono:
La vecchia del carnevale
Trattasi di una “metamaschera”, ossia di una maschera nella maschera, poiché nella tradizione classica partenopea essa è rappresentata da due figure: una Vecchia e Pulcinella. Tutti la chiamano la “Vecchia ‘o Carnevale“
La maschera si presenta col busto deforme, il viso invecchiato mentre per il resto mostra un corpo giovane e prosperoso e ha sulla schiena un enorme gobba sulla quale porta Pulcinella che balla e suona le nacchere.
I due vagano così insieme per i vicoli, i quartieri e i “bassi” di Napoli.
Alla Vecchia del Carnevale sono stati attribuiti diversi significati allegorici/simbolici, la parte deforme del corpo rappresenta il tempo passato negativamente, l’inverno e la natura appassita, mentre la parte giovanile rispecchia la primavera, l’arrivo del nuovo anno ricco e fecondo, la rinascita, la vitalità ed un futuro oppulento.
Zera (Lucrezia)
Personaggio popolare nel teatro napoletano non è altro che la moglie di Pulcinella.
La donna è una delle protagoniste di una commedia d’amore molto antica, infatti si diffuse nel 1600 e tratta la storia di un amore contrastato tra Vincenzella (figlia della Zeza e di Pulcinella detta anche Trolla) e Don Nicola, uno studente di origine Calabrese.
Pulcinella è molto possessivo e geloso della propria figlia e non gradisce assolutamente la relazione che c’è tra i due giovani, ma egli alla fine (dopo essere stato minacciato dal genero) è costretto a rassegnarsi e ad accettare che Don Nicola sposi Vincenzella. Questa scenetta carnevalesca, ricca di doppi sensi, battute mordaci, oscene e licenziose, propone lo scontro tra vecchi e giovani, tra genitori e figli, tra marito e moglie.