Giovanbattista Della Porta: la vita di un personaggio illustre


Nasce a Napoli nel 1535, in vico equense, dove risiedevano i Della Porta e si è trovata traccia di ciò nei documenti legali salvatisi dall’archivio vescovile e comunale di Vico Equense, andato distrutto tra il 1821 e il 1855.
Nel ‘500 però si usava che i neonati fossero battezzati in provincia di Napoli in modo da poter far loro usufruire dei benefici concessi ai cittadini napoletani dagli aragonesi, ragion per cui il Giovanbattista ha sempre affermato d’esser nato a Napoli.

Ancora giovane, Della Porta, traduce in italiano alcune commedie di Plauto, e scrive l’opuscolo “De arte componendi comoedias”. Nel 1558 pubblica ” La magia naturale “.
Arriva però un durissimo attacco dai padri di Roma, nel 1581, che gli costa la soppressione dell’Accademia dei Segreti, che aveva fondato insieme al fratello Giovan Vincenzo.
Racconta Pompeo Sarnelli, nella prefazione alla ” Chirofisionomia ” dell’edizione napoletana del 1667, presso Antonio Bulifone, che Giovan Vincenzo è “… avido similmente di lettere, ma con genio differente, facile a inchiodarsi a tavolino per sapere con lo studio quello che dagli antichi era stato detto sulle materie filosofiche “. Giovanbattista, al contrario: “… era un cervello speculativo, che non giurava nelle parole dei maestri, se prima una esperimentata evidenza non gliele dava a credere per vere “.

Nel 1593, in Germania, vedono la luce i quattro libri del ” De humana physognomia “, a dimostrazione che egli ha scelto di occuparsi delle cose terrene, anziché delle celesti. Nella ” Physognomia ” il Della Porta tratta dei moti dello spirito degli individui, rintracciati attraverso i segni esteriori e connotativi.

Nel 1596 pubblica infatti una commedia di evidente derivazione plautina: ” La trappolaria ” un’altra opera molto importante è ” La Cintia “,commedia dei travestimenti: la protagonista, Cintia, appare in abiti maschili e, in abiti femminili D’Amasio, uno dei personaggi principali. La commedia ha un tono moralistico, come a giustificare gli avvenimenti, piuttosto impudichi.

Nel 1603 Federico Cesi, secondo duca di Acquasparta, fonda l’Accademia dei Lincei. Obbligato a sospenderne le funzioni, viene a Napoli, dove conosce Giovanbattista e si lega a lui in una profonda amicizia.
Tornato a Roma, lo iscrive nel catalogo dell’Accademia e gli conferisce il titolo di vice principe di quel Liceo, decreta un attestato di sommo onore per il Della Porta e ordina che si batta una medaglia recante la sua effige. Della Porta scrive a Federico Cesi una lettera dedicatoria dell’opera “De distillationibus “.

Muore a Napoli nel1615. Sulla sua epigrafe funebre si legge: ” Fu di buonissima vita, contro l’opinione che di esso da principio aveva preso il mondo. Di continuo era nelle congergazioni dei padri gesuiti , delle quali fu divotissimo, e questo per spatio di trenta anni, non mancando alle discipline e divotioni che si facevano, frequentava le confessioni e comunioni tutti i giorni di festa. E sebbene haveva composto Comedie con fine di buona moralità, tuttavia si faceva molto scrupolo di sentirle quando ci era invitato, non essendo sicuro che tendessero a buon fine, come egli in tutte haveria voluto “.

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