La festa della Madonna del Carmine


Ogni anno, il 15 luglio, si commemora la festività della B. V. Maria del Monte Carmelo. Tale culto nacque con la venerazione dell’immagine della “Mamma Schiavona” o “Madonna del Pio Monte del Carmelo”, immagine che la tradizione popolare attribuisce al pennello dell’apostolo Luca.

La solenne celebrazione si svolge nel Santuario del Carmine Maggiore di Napoli ed è presieduta da eminenti religiosi. L’immagine della Madonna venerata è detta “la Bruna” per il colorito olivastro della sua carnagione.

Il santuario è retto dai padri Carmelitani da oltre sette secoli, supportati dalla famiglia del santuario: Suore Carmelitane e il terz’ordine Carmelitano.
La festa ha luogo con la processione della sacra icona accompagnata lungo tutto il tragitto del quartiere Mercato, dall’intero “capitolo del Carmine”, dalle autorità cittadine, dai carabinieri e dai vigili in alta uniforme. Seguono fedeli e devoti a “chella bella Mamma d’ ‘o Carmene”.
Dopo la celebrazione della santa messa si da inizio ad i festeggiamenti con l’accensione delle luminarie, mezz’ora dopo il “Parlamentino” della circoscrizione Mercato-Pendino proclama l’apertura delle feste deponendo inoltre una corona di alloro al monumento dei caduti di tutte le guerre, posto sulla facciata esterna della chiesa.

I festeggiamenti proseguono fino a notte fonda con l’incendio del Simulacro, ovvero il campanile di fra Nuvolo, nonostante più volte sia stato danneggiato dai terremoti (uno particolarmente forte nel 1456) resta essenziale richiamo del popolo dei fedeli e di quanti ad esso fanno riferimento come centro di tutte le attività che si svolgono in contrada Mercato-Pendino.

Il campanile la notte del 16 luglio, abilmente rivestito di “giochi pirotecnici” da valenti “fuochisti” napoletani, dà la verace impressione di un terrificante incendio. Per il napoletano attento cultore delle tradizioni popolari, non assistere all’incendio d”o campanaro ‘o Carmene, è grave omissione, atto di mancanza di fede.

Chi sono i carmelitani?

Non c’è un vero e proprio fondatore ma la confraternita è unita nell’amore per Maria e si dedica anima e corpo al suo culto.
Cacciati dai Saraceni nel XIII secolo, i monaci superando varie difficoltà, ripararono in Occidente e vi fondarono vari monasteri. Un episodio in particolare colpì i devoti: i fratelli supplicavano la Vergine di liberarli dalle insidie che li avevano condotti in quei luoghi. A uno di loro, mentre pregava, la Madonna apparve accompagnata da una moltitudine di Angeli e tenendo nelle mani “lo scapolare” dell’Ordine gli disse: Ecco il privilegio che dono a te e a tutti i figli del Carmelo: chiunque sarà rivestito di quest’abito sarà salvo.
Lo scapolare, per l’appunto, è la parte dell’abito monastico, di origine benedettina, composto di due bande di stoffa simile a quella dell’abito che coprono, della larghezza delle spalle, e ricadenti davanti e dietro poco meno della lunghezza dell’abito.

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