Chi non conosce il cornetto portafortuna?
Vi sarete senz’altro almeno una volta imbattuti nel cornino rosso o qualcuno prima di un evento importante potrebbe avervelo regalato.
Rosso per eccellenza di corallo magari, rigorosamente confezionato a mano, ormai se ne trovano in giro di tutti i tipi, il più comune è quello di plastica.
Vi siete mai chiesti: ma da dove ha avuto origine?
Si era soliti anche offrire dei corni come voto alla dea Iside affinchè assistesse gli animali nella procreazione.
Vediamo che anche nella mitologia il corno è presente: Giove ne donò uno dotato di poteri magici alla sua nutrice per ringraziarla.
Il motivo per il quale il corno deve essere fatto a mano sta invece nel fatto che ogni talismano fatto a mano acquisisce poteri benefici dalle mani che lo producono.
Ma perché proprio rosso e di corallo?
Il rosso era il colore spesso associato alla fortuna, di corallo perché la mentalità popolare considerava il corallo una pietra preziosa col potere di scacciare malocchi e proteggere le donne incinte.
Il corno per tradizione non si compra: si regala.
Se dovesse capitarci davanti uno iettatore, se incrociamo un gatto nero che ci attraversa la strada, se passiamo distrattamente sotto una scala bisogna sfregarlo energicamente tra le dita.
Perché molti sono a forma di gobba?
Il gobbo è un altro classico portafortuna. Toccare la gobba secondo i superstiziosi porta bene.
Tornando al nostro cornetto rosso è considerato un vero e proprio talismano apotropaico (dal greco Apotropaios che significa letteralmente “allontanante”) sarebbe un ottimo scudo contro ogni malefico influsso, un simbolo di vita da opporre a tutto ciò che viene ritenuto potenziale latore di morte.
E voi ci credete? Avete mai “usato” un cornetto?
Piccola postilla: come si riconosce lo jettatore?
Il rimedio è come abbiamo visto è toccare il cornetto e se non lo abbiamo?
Puntategli contro la mano con l’indice e il mignolo tesi e le altre dita piegate: cioè fate le corna.