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Cronaca

Napoli, ospedali in mano ai clan: 40 misure cautelari

Napoli, ospedali in mano ai clan: scattano ben 40 misure cautelari a seguito dell’inchiesta della Procura partenopea.

L’Ospedale del Mare di Napoli (via web)

Aperta l’inchiesta sul cartello noto come Alleanza di Secondigliano e dei gruppi satelliti che hanno messo le mani sugli appalti degli ospedali di Napoli. Secondo quanto emerso dalle indagini della Procura di Napoli, l’Alleanza si muove attraverso estorsioni a tappeto: l’interesse maggiore è suscitato da grandi gruppi imprenditoriali e strutture pubbliche. Solo attraverso un’intricata trama di corruzione e collaborazione tra colletti bianchi, imprenditoria e clan si è realizzato il controllo mafioso dei servizi legati agli ospedali napoletani. Le indagini al momento sono tutte concentrate sul clan Cimmino, il gruppo satellite dell’Alleanza di Secondigliano che raccoglie i soldi per il clan Licciardi nella zona ospedaliera.

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Napoli, ospedali in mano ai clan

Ospedale a Napoli (via web)

Gli ospedali di Napoli sono sostanzialmente divisi tra 8 clan. Secondo quanto raccontato dai pentiti di camorra, il Vomero non poteva essere solo dei clan di zona. Gli ospedali e tutti i guadagni collegati dovevano essere divisi. Nell’inchiesta della procura partenopea, che ha portato a 40 misure cautelari, sono coinvolti ben otto clan. Oltre ai Licciardi ci sono i Lo Russo, Cimmino-Caiazzo, Polverino, Abate, i Saltalamacchia, Frizziero e i Veneruso. Il clan Licciardi è il più potente, legato al boss Maria Licciardi, già in carcere.

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Il Gip del tribunale partenopeo ha disposto la custodia in carcere per vari esponenti della cosiddetta Alleanza di Secondigliano. Questi controllavano in modo illecito tutte le attività economiche correlate alla gestione degli ospedali Cardarelli, Monaldi, Cotugno e Cto (afferenti all’azienda dei Colli) e l’azienda ospedaliera universitaria Federico II attraverso una sistematica pressione estorsiva sulle imprese appaltatrici, corrompendo pubblici ufficiali e turbando le procedute amministrative.

Angelica Galonis

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