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Cronaca

Covid, mezza Italia a rischio zona rossa: novità sui vaccini per i guariti

Covid, domani decisioni per i nuovi colori con i contagi in aumento cause varianti. Ipotesi di una sola dose per chi è già guarito

Come varia l’emergenza pandemica (Getty Images)

Per le decisioni di domani ci si aspetta un netto peggioramento della situazione con più regioni che passeranno dalla zona gialla alla arancione e da questa alla rossa. Lazio, Veneto, Puglia e Calabria, secondo i dati che la cabina di regia sta ancora lavorando, potrebbero diventare arancione. La Campania e l’Emilia Romagna, invece, corrono il serio rischio di entrare in zona rossa.

Su tutto il territorio nazionale anche nelle regioni che rientrano in fascia gialla o arancione ci sono alcune zone rosse come provincie o singoli Comuni.

La settimana scorsa i casi sono aumentati del 30% e anche negli ultimi giorni è stato registrato un incremento. Ieri i nuovi contagi avevano superato i 2800 mentre il giorno prima non avevano raggiunto i 16.500.

I provvedimenti saranno presi domani e scatteranno a partire da lunedì 8 marzo. Per la Campania proprio questo weekend scade la zona arancione e la speranza era di tornare in zona gialla come due settimana fa. Al contrario, però, numeri hanno mano fanno prospettare la zona con le maggiori restrizioni.

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Covid, una sola dose di vaccino per i guariti: cosa dice il Ministero

Getty Images

Importanti novità per quanto riguarda i vaccini per le persone che sono già stata contagiate dal Covid e sono guarite. Il direttore del direttore del Dipartimento Prevenzione del Ministro della Salute, Giovanni Rezza, ha firmato una circolare che dà la possibilità di inoculare una sola dose di vaccino alle persone guarite dal Covid.

Già precedentemente si erano espressi favorevoli a questa ipotesi anche l’Istituto Superiore di Sanità e l’Agenzia Italiana del Farmaco. L’idea di base è che i soggetti che si sono già ammalati, dopo la guarigione abbiano sviluppato degli anticorpi.

Nella circolare si legge che l’unica somministrazione possa avvenire “almeno 3 mesi di distanza dalla documentata infezione e preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa“. Il vaccino a unica dose non è però raccomandabile alle persone che hanno già precedenti problemi di salute.

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La stessa circolare alla fine chiarisce che “tali raccomandazioni potrebbero essere oggetto di rivisitazione qualora dovessero emergere e diffondersi varianti”, che stanno mettendo a dura prova la resistenza di tutti dopo un anno di pandemia.

Giuseppe Formisano

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