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Categories: Cronaca

Colpo ai Casalesi: arrestato Nicola Shiavone, figlio di Sandokan

Un legame stretto tra camorra e mafia per il controllo del trasporto su gomma e del mercato ortofrutticolo del sud Italia: questo è quanto venuto fuori dalle indagini condotte dalla Direzione investigativa e dalle squadre mobili di Caserta e Trapani che hanno portato a sei arresti. In manette sono finiti nomi illustre delle due organizzazioni criminali, come quello di Gaetano Riina, fratello minori di Totò, boss di cosa nostra, e Nicola Schiavone figlio di Francesco ‘Sandokan’ Schiavone, capo clan dei Casalesi. L’ordine di custodia cautelare in carcere è stato eseguito questa mattina su ordine del gip di Napoli e vede tra gli arrestati  i fratelli Antonio e Massimo Sfraga, ritenuti vicini al boss Matteo Messina Denaro, Carmelo Gagliano, 45enne di Marsala (Trapani) e Pasquale Coppola, 24 anni, nato a Pollena Trocchia (Napoli).

Le accuse vanno dall’associazione mafiosa all’intestazione fittizia di beni, dall’illecita concorrenza alla detenzione e porto illegali di armi da guerra. Secondo gli inquirenti era presente un’alleanza tra camorra casertana e imprenditori siciliani appartenenti alla cosca Riina-Messina Denaro; tale organizzazione era messa in atto per controllare i trasporti su gomma e il commercio all’ingrosso dei prodotti orto-frutticoli tra il basso Lazio, la Campania e la Sicilia. Grazie alla collaborazione con la mafia, Costantino Pagano, titolare di un’azienda di trasporti legata al clan dei Casalesi e condannato a  14 anni con il rito abbreviato, controllava per conto del clan camorristico i padroncini e le imprese di trasporti che lavoravano sulla tratta Lazio-Campania-Sicilia.

I destinatari del provvedimento erano gli stessi a cui il Tribunale del Riesame di Napoli aveva revocato per vizi formali analoghe misure cautelative emesse lo scorso 15 novembre. Il Riesame aveva dovuto annullare i provvedimenti per la “mancanza delle motivazioni autonome” del giudice delle indagini preliminari rispetto alle richieste fatta dalla Procura Antimafia del capoluogo partenopeo: in pratica il gip si era limitato a “copiare” la richiesta della Procura. Secondo quanto si apprende tra i sei arrestati ci sarebbe anche una persona segnalata nell’ambito della protesta del movimento dei forconi che ha tenuto sotto scacco la Sicilia nelle scorse settimane e si è poi allargata a tutta l’Italia.

La possibilità che elementi della criminalità organizzata fossero riusciti a infiltrarsi nel movimento che ha attuato la protesta era stata segnalata da Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia.

Bruno De Santis

Giornalista professionista napoletano. “Le parole sono tutto ciò che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste”.

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