«Un excursus nei capolavori artistici della nostra tradizione culturale – racconta il giovane artista – opere d’arte che tutti conosciamo, ma con un ”Addio, mia bella Napoli!”, un omaggio alla bellezza di questa città ingabbiata e soffocata dall’immondizia, da rifiuti che non risparmiano nemmeno la sirena Partenope».
Perché Caravaggio e Leonardo?
Perché il fotografo produce delle rivisitazioni di alcune loro importanti opere, e non solo.
«Una terra malata, un mare invivibile. Tutte le creature – dice Iannaccone – anche quelle mitologiche, ritornano per aprirci gli occhi. Ofelia di Millet, fotografata su una spiaggia piena di spazzatura. Poi le “due Frida” dell’artista messicana Frida Kalho: un cuore gettato nei rifiuti, perché “il cattivo amore è immondizia”. Il viaggio prosegue con il Caravaggio, la “Medusa pietrificata”, che ha tra i capelli brandelli di sacchetti e serpi, con il “Narciso del Percolato”, che si specchia in uno stagno inquinato, ed ancora con una “Giuditta Killer Trash” e con il “Il ragazzo colpito dal tamarro”. La “Gioconda” di Leonardo si trasforma in “Munnez Lisa” e la “Venere” di Botticelli in “La Venere del putridume”: la ieraticità di questi capolavori lascia il posto a forme ricoperte di sacchetti di spazzatura, immancabile tra le dita del “Rifiuto Universale” e nel “Cristo contaminato”.
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