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Agenzia delle Entrate, compare un messaggio sul sito: cittadini preoccupati

Un messaggio ufficiale sul sito dell’Agenzia delle Entrate sta insospettendo alcuni cittadini ignari della situazione: i dettagli

Il 25 luglio 2022 sembrava essersi verificato un cyber-attacco nei confronti del sito dell’Agenzia delle Entrate. La preoccupazione ha colpito numerosi utenti, poiché il rischio maggiore era che molti dati personali, segreti e legati a conti potessero essere entrati nelle mani degli hacker. L’associazione informatica Sogei, però, fornisce agli utenti maggiori informazioni in relazione, proprio a questo presunto attacco. 

Una sede delle Agenzie delle Entrate (via WebSource)

Inizialmente lockbit, una gang di hacker, aveva dichiarato sul darkweb di aver sottratto oltre 78 gigabyte di dati all’agenzia delle entrate. Dopo l’annuncio, ha intimato un ultimatum di 5 giorni, alla stessa Agenzia, per pagare il riscatto e riavere indietro tutti i dati rubati.

Nelle ore immediatamente successive la polizia postale e numerosi informatici hanno indagato proprio sulla possibilità di manomissione del sito e del furto di dati. Le prime ricerche hanno escluso qualsiasi attacco, però gli accertamenti sono andati avanti. Nelle scorse ore, è intervenuta la società informatica Sogei per fornire informazioni proprio sul presunto hackeraggio.

L’agenzia delle entrate rassicura i propri utenti

Il presunto hackeraggio del sito dell’agenzia delle entrate (Fonte: Pixabay)

Il 25 luglio il gruppo di hacker lockbit ha rivendicato un cyber attacco nei confronti dell’Agenzia delle Entrate. La società informatica Sogei, però, ha rassicurato gli utenti. Infatti, sembrerebbe che nessun dato sia stato sottratto. “Dalle prime analisi effettuate – spiega la società informatica – non risultano essersi verificati attacchi cyber né  stati sottratti dati dalle piattaforme e infrastrutture tecnologiche dell’Amministrazione Finanziaria“.

L’unico vero attacco è avvenuto nei confronti del profilo di un professionista, senza però riuscire a raggiungere i dati dell’agenzia. Le ricerche continuano per escludere qualsiasi pericolo, ma soprattutto per accertarsi che l’attacco non sia avvenuto e che i dati non siano in possesso degli hacker. Infatti, la Sogei e la polizia postale, hanno tenuto che quello di lockbit sia stato solo un bluff, ma le indagini continuano per vederci sempre più chiaro. Per adesso gli utenti devono solo stare tranquilli e lasciare agire gli organi competenti. Solo, così, si è in grado di prendere precauzioni in caso di ulteriori attacchi.

Matteo Cicarelli

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