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Tecnologia

Samsung, enorme attacco hacker: dati rubati, cosa fare per proteggersi

Un attacco hacker di enormi dimensioni ha messo in ginocchio Samsung: quali dati sono stati rubati e cosa fare per proteggere i dispositivi.

Una nota ufficiale del colosso della tecnologia fa sapere cosa è accaduto. I dati rubati dagli hacker sono finiti subito online, ecco cosa contengono.

Samsung

Il colosso coreano della tecnologia Samsung ha subìto un attacco hacker senza precedenti, costato 190 GigaByte di dati. Questi dati rubati sono finiti immediatamente in rete per intero. L’azienda ha pubblicato una nota ufficiale per chiarire quanto successo. Dietro questa intrusione ci sarebbe il gruppo di hacker Lapsus$, lo stesso che giorni fa ha violato le reti informatiche di Nvidia.

Tra i dati rubati non ci sono dati sensibili degli utenti, fanno sapere dal quartier generale. Nel comunicato di Samsung la società si dice informata dell’esistenza di una violazione della sicurezza relativa ad alcuni dati interni dell’azienda. Il sistema di sicurezza è stato subito rafforzato per evitare che incidenti del genere possano accadere in futuro.

Samsung sotto attacco: cosa hanno rubato gli hacker

Samsung smartphone (Pixabay)

La violazione del sistema di sicurezza ha riguardato codici sorgente relativi al funzionamento dei dispositivi Galaxy, tuttavia le informazioni personali di utenti e dipendenti non sono state acquisite. La società non prevede alcun impatto sull’attività del sistema centrale o di quella dei dispositivi. Non c’è da preoccuparsi, dunque.

Ma cosa hanno rubato davvero gli hacker? I codici sottratti e resi noti online sono quelli che fanno riferimento all’area TrustZone di Samsung, considerata sicura e inviolabile, almeno fino a questo momento. Qui sono presenti elementi fondamentali per la gestione della sicurezza di software e applicazioni. Nel pacchetto di dati rubati e pubblicati c’è anche parte del codice sorgente che la società partner Qualcomm condivide per la fornitura dei propri prodotti e per l’integrazione di questi negli ecosistemi Samsung.

Nei giorni scorsi lo stesso gruppo hacker era riuscito a superare le difese virtuali di Nvidia, azienda particolarmente nota per lo sviluppo di processori grafici per il mercato videoludico e professionale. Gli informatici sono riusciti ad introdursi nei server e rubare diversi Terabyte di dati sensibili, chiedendo poi un grosso riscatto all’azienda per ricevere indietro le informazioni rubate. Nvidia non ha ceduto al ricatto, vedendo così pubblicati online importanti file e codici di sorgente. I recenti attacchi hacker del gruppo Lapsus$ – è confermato – non hanno alcuna attinenza con i fatti della guerra tra Russia e Ucraina (a differenza di quanto invece sta facendo Anonymous).

Luca D'Isanto

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