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Spazio, scoperto un nuovo esopianeta: è il più vicino alla Terra

Una nuova osservazione dello spazio ha portato ad un’importante scoperta. E’ stato infatti scoperto un nuovo esopianeta.

Nuova importante scoperta durante l’osservazione dello spazio (Foto di Gerd Altmann da Pixabay)

L’esplorazione dello spazio porta ad una nuova e sorprendente scoperta. Il tutto è legato alla stella L 34-26, situata a 35 anni luce dal nostro sistema solare, nella Costellazione del Camaleonte. Nota anche con il nome di COCONUTS 2-A, la stella ha un terzo della massa del nostro Sole.

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La sua età si aggira tra i 150 e gli 800 milioni di anni. Proprio nei pressi di questa stella gli astronomi hanno rilevato un nuovo pianeta. Il suo nome è COCONUTS 2-b, noto precedentemente come WISEPA. La sua massa è di 6,3 volte del pianeta Giove.

Spazio, le caratteristiche del nuovo esopianeta

L’esopianeta è il più vicino al pianeta Terra (Foto di Arek Socha da Pixabay)

L’esopianeta orbita intorno alla sua stella madre una volta ogni 1,1 milioni di anni, ad una distanza di 6.471 AU. La temperatura stimata dagli astronomi è di circa 434 gradi Kelvin, che corrispondono a 161 Celsius. La sua orbita ad ampia separazione e la temperatura fredda della stella, portano il pianeta ad avere caratteristiche molto diverse dal pianeta Terra.

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Zhoujian Zhang, studente laureto in Astronomia presso l’Università delle Hawaii, descrive le sue caratteristiche: “Con un pianeta enorme su un’orbita di separazione super ampia e con una stella centrale molto fredda, COCONUTS-2 rappresenta un sistema planetario molto diverso dal nostro sistema solare“. L’esopianeta è il più vicino alla Terra del quale si abbiano notizie. Può essere ripreso grazie alla luce emessa dal calore residuo intrappolato all’interno del pianeta. La sua produzione è però di gran lunga inferiore a quella del Sole, per questo gli scienziati adottano un sistema di rilevazioni con luce infrarossa ad energia inferiore.

Il dott Michael Liu, anch’egli facente parte della medesima università isolana, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Rilevare e studiare direttamente la luce dei pianeti giganti gassosi intorno ad altre stelle è normalmente molto difficile, dal momento che i pianeti che troviamo di solito hanno orbite di piccola separazione e quindi sono sepolti nel bagliore della luce della loro stella ospite“.

Valerio Esposito

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