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Variante Delta, Italia al quinto posto: la percentuale di casi vicina al 30%

La Variante Delta si diffonde nel nostro paese con grande velocità. I dati riportati confermano un aumento significativo dei casi.

La nuova variante ha una diffusione diversa nei paesi europei (Getty Images)

Si chiama Variante Delta e secondo i calcoli del Financial Times riguarda il 26% dei casi in Italia. Questo pone il nostro paese al quinto posto per diffusione, dietro a Gran BretagnaPortogallo Usa e davanti a BelgioGermaniaFrancia. Sempre nell’analisi del quotidiano si nota come in alcuni paesi questa variante sopprima quella precedente, denominata alfa.

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Le nazioni che presentano questo cambio sono Gran Bretagna, Portogallo e Russia. In altri paesi, come il nostro, questo fenomeno non si è ancora verificato. Infatti la variante Alfa sembra essere ancora quella predominante. Questa stima di dati è resa possibile anche grazie alla collaborazione con le sequenze depositate nella banca internazionale di dati genetici Gisaid e i dati dell’istituto di ricerca belga Sciensano.

Variante Delta, difficile ottenere il sequenziamento

Non sono disponibili le sequenze per tutti i Paesi (Getty Images)

Al momento le sequenze disponibili ammontano a 500mila nel Regno Unito, 134mila in Germania, 47mila in Francia e 34mila in Spagna. L’insieme di queste sequenze si rivela fondamentale per seguire la diffusione della variante Delta nei vari paesi. Secondo gli esperti, questa variante soppianterà in tutte le nazioni quella Alfa, attualmente più diffusa guardando al totale dei contagi.

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Per l’Italia non è disponibile alcun dato. Il direttore dell’Institute of Global Healt a Ginevra, Antoine Flahault spiega una difficoltà nel reperire le informazioni: “Il sequenziamento è costoso, richiede molto tempo e viene spesso trascurato“. Resta da capire il perché dei diversi dati disponibili in Europa, anche se una spiegazione può essere data dalla campagna vaccinale. I diversi ritmi con il quale viene effettuata potrebbe essere una spiegazione, con il virologo Bruno Lina che avverte la popolazione. “C’è ancora tanto da fare e non è ancora finita“. Un indicazione sul fatto che la luce in fondo al tunnel è ancora lontana.

Valerio Esposito

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