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Categories: CulturaNews

Città della scienza: il riscatto di Napoli scende in strada

L’incendio improvviso e velocissimo, la distruzione di uno dei luoghi simbolo della rinascita partenopea degli anni novanta, lo sdegno istantaneo di una città intera e l’idea nata in rete sulla scia della rabbia, di riunirsi fuori il luogo del misfatto per manifestare solidarietà ad una struttura che era entrata nel cuore di tutti, piccini e non, perché mattone iniziale della riqualificazione dell’area dell’ex Italsider a Coroglio.

Napoli stamattina di buon’ora è scesa in strada, appuntamento a via Coroglio davanti le macerie dello Science Center per dimostrare al mondo intero che i napoletani non ci stanno a tollerare l’ennesimo sopruso ai danni della collettività. Stavolta però il tentativo di sopraffazione ha superato tutti i limiti, mandando in fumo i sogni di migliaia di bambini che ogni anno riuscivano a stupirsi ed a sorprendersi dinanzi alle meraviglie della scienza. Giovani e non tutti insieme per la Città della Scienza in una manifestazione per la civiltà e a favore non soltanto della cultura, ma anche e soprattutto a favore di Bagnoli e del suo rilancio. Una richiesta importante, da parte della gente comune che vuole a gran voce la bonifica dei luoghi, il recupero del mare ed ovviamente la ricostruzione della Città della Scienza. Polemiche sul luogo dove rifare la struttura, ma anche polemiche su una gestione, figlia della politica, che ha lasciato senza stipendio i dipendenti, mentre i dirigenti della Fondazione Idis non se lo sono mai fatto mancare. Adesso tutti pronti a tirar fuori i soldi, dal Governo alla Regione, tutti pronti a prodigarsi per il polo scientifico per troppi anni dimenticato.

Impressione e sgomento sui volti di tutti coloro che in migliaia hanno osservato da vicino le rovine della struttura, passando dalla spiaggia, o sbirciando dai cancelli laterali, oltre i quali lo scheletro si erge silenzioso mostrando le ferite incurabili della follia umana, figlia del malaffare e di interessi speculativi, che forse un po’ troppo comodamente vengono attribuiti alla malavita organizzata. Di sicuro chi ha fatto tutto ciò non era un principiante e forse avrà avuto anche il benestare di chi controlla la zona. Ma per capire davvero bisogna indagare su cui abbia tratto, o trarrà, reale beneficio da questa immane sciagura, che avrebbe potuto essere ancora più grave perché le fiamme altissime avrebbero potuto raggiungere le abitazioni che si trovano li vicino. Fortunatamente nulla di tutto ciò è successo, ma la ferita resta ed il suo segno difficilmente si cancellerà dalla memoria collettiva della città che stamattina, insieme al sindaco De Magistris, si è stretta in un saluto che aveva il sapore di un arrivederci.

Nicola Meluziis

Calcio Napoli e non solo. Segue gli azzurri da anni. Si occupa anche di cultura ed ambiente a Napoli. Archeologo professionista e fotografo.

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