Rifiuti, consulenze nel mirino: sequestro di 700mila euro per Cesaro

Settecento mila euro: questa la cifra messa sotto sequestro dalla Corte dei conti  nei confronti del dimissionario presidente della Provincia e deputato del Pdl, Luigi Cesaro. Il provvedimento è stato preso per “improduttivo esborso di denaro pubblico legato agli inutili conferimenti di incarichi e consulenze”.

L’affare è quello solito dei rifiuti e il caso riguarda la società provinciale Sapna: la Corte dei conti, su richiesta del sostituto procuratore generale Ferruccio Capalbo, ha dato il via libera al sequestro preventivo di 700 mila euro nei confronti di Cesaro, ritenuto responsabile del danno causato alla società della Provincia a causa dell’attribuzione di “inutili incarichi esterni”. Il danno quantificato è di oltre un milione e mezzo di euro e il sequestro arriva pochi mesi dopo un analogo provvedimento disposto nei confronti di Corrado Catenacci, Umberto Vecchione e Carmela Miele, vecchi dirigenti della società.

Rispetto ad allora, la magistratura oggi è riuscita a ricostruire tutti i nomi delle consulenze considerate inutili o dannose per la Sapsa: tra queste ci sono quella da 400mila euro a Giovanni Perillo, direttore tecnico della società, un’altra da 500mila allo studio Cimadomo di Napoli e un incarico da 95mila euro allo Studio Impresa dei dottori commercialisti di Napoli. In particolare la Corte dei Conti contesta a Cesaro due violazioni: il venire meno agli obblighi di autosufficienza organizzativa e la mancata trasparenza e attribuzione tramite concorso di incarichi che superano i 15mila euro l’anno.

La Sapna è ora alle prese con un buco di 15 milioni di euro che potrebbe mettere a rischio lo smaltimento dei rifiuti e ha alzato la tariffa di smaltimento, passata da 112 euro a 147 euro a tonnellata nel giro di qualche anno, portando all’aumento della Tarsu, arrivata ad essere la più alta d’Europa.

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