Niente pizzerie napoletane su Gambero rosso: “Razzismo culinario”

Fa molto discutere la scelta del Gambero Rosso di non inserire neanche un locale di Napoli nell’elenco delle migliori pizzerie d’Italia pubblicato sulla nota rivista di gastronomia: un vero affronto per la città che in tutto il mondo viene identificata anche con la prelibata pietanza.

Di ‘razzismo culinario’ parla Francesco Emilio Borrelli, commissario regionale dei Verdi durante una manifestazione di protesta andata in scena nella pizzeria Sorbillo, una delle più rinomate di Napoli: “Si tratta dell’ennesima occasione di violenza contro la città e le sue tradizioni – continua Borrelli -. Qualcuno al nord sarebbe contento di levare il cappello di Napoli a questo prodotto: giapponese o veronese che sia, ogni pizzaiolo deve a Napoli le sue capacità”.

La mette in politica Sergio Miccù, presidente dell’associazione piazzaioli napoletani che afferma: “Non ci possiamo fidare neanhe più di soggetti terzi come il Gambero Rosso, che si è prestato a uno strumento di lotta politica mirata alla distruzione culturale del nostro territorio”. “Quello di Gambero Rosso è stato un autogol clamoroso – sostiene Pietro Russo, presidente di Confcommercio Napoli- – . Come si può pensare che la pizza napoletana non trovi i suoi migliori interpreti nella sua patria, a Napoli? Sostenere che nessuna delle migliori pizzerie italiane si trovi a Napoli è segno di scarsa conoscenza del prodotto e del territorio”.

Al coro si unisce anche Gino Sorbillo: “Tra poco diranno anche che la pizza non l’abbiamo inventata noi”. E la presenza di locali di Verona tra le migliori pizzerie d’Italia è lo spunto per tirare in ballo Totò: “A Verona la pizza più buona? Ma mi faccia il piacere…”

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