Emergenza lavoro, cassa integrazione a rischio per 30mila

Trentamila disoccupati rischiano di perdere gli ammortizzatori sociali: la Regione Campania lancia l’allarme al ministero del Lavoro e chiede centocinquanta milioni di euro per evitare l’acuirsi di una situazione già di per sé drammatica. L’assessore regionale al lavoro, Severino Nappi prende carta e penna e scrive al ministro Fornero evidenziando le numerose istanze di concessione di ammortizzatori sociali in deroga pervenute all’assessorato che sono la dimostrazione dell’aumento delle tensioni sociali sul territorio campano.

Richieste che vanno ad aggiungersi a quelle di aziende nazionali che hanno un grande numero di dipendenti in Campania, come Fiat e Fincantieri: una situazione che secondo Nappi può influire sulla “grave disgregazione del tessuto economico locale”, visto che sono ben 30mila le persone in attesa di rinnovo degli ammortizzatori sociali.

Per mettere al riparo da un aggravarsi della situazione, la Regione necessita di 150 milioni. Una spesa però che Nappi ritiene utile, visto che al momento circa la metà dei lavoratori che hanno potuto usufruire degli ammortizzatori sociali sono rientrati nel processo produttivo, come testimoniato dai dati Formez: nel 2011, circa 30mila lavoratori sono stati inseriti nelle politiche attive della Regione, di questi 6500 hanno ripreso a lavorare nella stessa azienda mentre 8000 sono prossimi al rientro in fabbrica. Ora però c’è il rischio che questa politica innovativa messa in moto da Santa Lucia venga frenata dalla mancanza di soldi: con i 150 milioni richiesti si riuscirà a coprire tutto il 2012, mentre dal 2013 entrerà in vigore la fase transitoria della riforma del lavoro varata dal governo Monti e toccherà all’esecutivo nazionale farsi carico della nuova indennità che sostituirà gli attuali ammortizzatori sociali. Anche da questo punto di vista la Regione chiede di poter recitare un ruolo attivo per evitare il rischio che molti dipendenti campani restino fuori, aggravando una situazione che in Campania è già oltre l’emergenza.

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