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Categories: CronacaNews

Arenaccia, rapina a mano armata: il bottino è un cardellino

Minuti di terrore, una scena purtroppo consueta: due banditi che entrano pistole in pugno in un negozio ed escono via con il malloppo, mentre le vittime si riprendono dalla paura. Una rapina come tante altre, quella accaduta ieri a Napoli in via Sant’Alfonso dei Liguori, quartiere Arenaccia, se non fosse per il bottino portato via dai malviventi: niente contanti, ma una gabbia con un cardellino.

Un uccellino raro e molto costoso (è un portatore di colore, esemplare che trasmette colori bellissimi ai propri figli) per il quale Paolo Cursale, proprietario del negozio di prodotti radiotelevisivi dove è stata fatta la rapina, aveva rifiutato fino a cinquantamila euro. Proprio da qui partono le indagini della Questura: a ordinare la rapina potrebbe essere stato proprio l’uomo che nei giorni precedenti aveva provato in tutti i modi di farsi cedere il cardellino bianco.

A raccontarlo è lo stesso Cursale dalle pagine del Mattino: la vittima della rapina spiega come da qualche giorno un uomo aveva presentato varie offerte pur di riuscire a ‘mettere le mani’ su quell’esemplare raro. Cursale però aveva respinto qualsiasi tipo di proposta perché era molto legato all’animale: “L’ho visto nascere lo scorso luglio – racconta l’uomo – e da allora lo avevo accudito con amore. L’uccellino mi ricambiava con il suo canto e mi teneva compagnia durante il lavoro. Per questo ho rifiutato l’offerta che mi è arrivata: ho risposto che per me quel cardellino non aveva prezzo e non lo avrei mai venduto”. Ora però  il cardellino è finito nelle mani di qualcuno che è arrivato a commissionare una rapina pur di averlo: gli inquirenti, infatti, ritengono che dietro il furto ci sia un mandante, visto che i delinquenti hanno portato via anche un altro uccellino senza nessun valore, evidentemente non riconoscendo quello giusto. Questa è l’ipotesi principale sulla quale si sta indagando, mentre nel negozio di via Sant’Alfonso dei Liguori è sceso un insolito silenzio.

Bruno De Santis

Giornalista professionista napoletano. “Le parole sono tutto ciò che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste”.

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