Polemiche sulle pubblicità Fracomina

Da alcuni giorni i cittadini napoletani sono osservati da 5 belle ragazze, disposte un pò dovunque per la splendida città partenopea. Sono Chiara, Maria, Maddalena, Emma ed Eva. Alla prima :«piacciono le donne anche se non amo i motori»; la seconda dichiara: «Non sono vergine ma ho una forte spiritualità»; Maddalena , la terza, minigonna mozzafiato e bolerino di visone, si presenta così: «Faccio la escort e non sono una ragazza facile». Infine, la quarta: «Lavoro in politica e non vado a letto con nessuno» e la quinta, naturalmente Eva: «Mi piacciono le mele e non cedo sempre alle tentazioni».  Provocazione? O semplice desiderio di fare pubblicità? Sono queste le domande che è lecito porsi dinanzi a questi immensi cartelloni pubblicitari della firma “Fracomina“; insegne, queste, che non si trovano solo affisse sugli appositi spazi, ma sono poste anche sugli autobus dell’ Anm, destando ancora più scalpore.

Non è tardata ad arrivare, infatti, la reazione del governo: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, ha chiesto all’Agcom di bloccare la campagna pubblicitaria, facendo la seguente dichiarazione: «Quello di Fracomina è un giochino miserabile. Non posso certo impedire di celebrare l’orgoglio di essere escort, è una libera scelta, quello che è giusto impedire invece è il riferimento a Maddalena e Maria. Non possiamo tollerare la strumentalizzazione di un simbolo religioso per milioni di italiani».

Giovanardi è stato uno dei primi a scatenare una vera e propria battaglia mediatica. Il campo preferito per lo scontro sembra essere Internet. Infatti, sul social network, Facebook, un gruppo di giovani agguerrite ha lanciato pesanti insulti contro il marketing. In ogni caso, il titolare del marchio, Ferdinando Prisco ha risposto a testa alta tutte le accuse. Il “marchio” si è infatti scusato per la possibilità che la pubblicità abbia colpito la sensibilità del popolo di internet, ma Prisco respinge ogni accusa di discriminazione o mancanza di rispetto: “Il contesto culturale in cui viviamo – dichiara – vede ancora nella donna vergine uno stereotipo. Ma la verginità rappresenta ancora un valore rispetto al quale deve essere giudicata una donna, o è arrivato il momento di oltrepassare certi pregiudizi culturali?”.

E’ la domanda che dovremmo porci tutti oggi. Viviamo in un’epoca in cui ogni forma di libertà è concessa; in un’epoca in cui ogni evento, bello o brutale che sia, viene raccontato senza alcuna forma di pudore. In una società in cui tutto è lecito; chiediamoci, allora se è giusto supportare stereotipi quali verginità e purezza?

 

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