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Categories: Cronaca

Via gli immigrati dai capannoni di via Brin per far posto alla “munnezza”

Un blitz dei vigili urbani ieri mattina per condurli fuori dai capannoni, fabbriche dismesse e vecchi edifici abbandonati alle spalle del parcheggio Brin: 120 immigrati sono stati sloggiati dalle strutture destinate ad essere occupate, secondo un’ordinanza del 15 luglio, da un sito di trasferenza temporanea dei rifiuti. Secondo la testimonianza di alcuni di loro l’operazione di evacuazione non sarebbe stata del tutto pacifica: alla resistenza di alcuni, non solo sarebbe stata usata la forza, spintoni e strattoni, ma addirittura spray urticanti. La maggior parte di loro, circa 80, sono stati sistemati in un’altra struttura a Capodichino, ma ben 40 sono rimasti nella zona adiacente, sistemandosi sulle brandine che sono riusciti a portare fuori dal loro ex-alloggio e passando la notte all’esterno, sul marciapiede.

Gennaro Laudiero, sindacalista Usb, che segue da giorni la vicenda, spiega che il gruppo di ragazzi africani era già stato sfrattato una prima volta dal “ghetto ” di via dell’Avvenire a Pianura e trasferito in via Brin, dove la permanenza è stata di 16 mesi; venerdì scorso si era dato effetto ad una nuova disposizione comunale che ne ordinava un nuovo trasferimento all’Istituto Don Bosco, dove però la disponibilità dei posti non copriva l’intero numero dei migranti: quelli rimasti esclusi erano tornati quindi a via Brin.

Ieri mattina l’irruzione dei vigili e momenti di disordine in seguito ai quali per uno di loro, Mohamed Goumbane, privo di documenti, è scattato anche l’arresto. Avendo lasciato tutti gli oggetti personali nei capannoni, è stato rilasciato agli occupanti un pass per poter rientrare e recuperare le proprie cose. Nel frattempo, però, calata la sera, non avendo ricevuto alcuna comunicazione dal Comune e non sapendo dove trovare un’altra sistemazione, si sono arrangiati sul marciapiede.

La solidarietà della gente del quartiere ha procurato bottiglie d’acqua, latte, tè e indumenti per poter affrontare la notte, ma ovviamente sono rimasti senza servizi igienici. 

Eliana Formisano

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