Confermato il divieto di dimora a Napoli e provincia per Pisani, ex-capo della squadra mobile

Indagato perché accusato di favoreggiamento e di rivelazione del segreto d’ufficio nei confronti di imprenditori affiliati al clan Lo Russo, l’ex-capo della Squadra Mobile di Napoli, Vittorio Pisani, dimessosi in seguito all’inchiesta della Dda che lo vede coinvolto, non può tornare a Napoli, come invece avevano chiesto i suoi avvocati in un’istanza di revoca della misura cautelare presentata al Gip Maria Vittoria Foschini.

I legali avevano fatto leva sull’inattendibilità delle intercettazioni telefoniche in cui spunta il nome del loro assistito e da cui emergerebbe il ruolo di Pisani come informatore  a favore dell’imprenditore Marco Iorio, arrestato per riciclaggio di denaro: le rivelazioni sulle indagini in corso avrebbero consentito a Iorio di correre ai ripari anticipando le mosse della polizia e sottraendo i suoi beni all’eventuale sequestro, occultando capitali, in parte trasferiti all’estero, e organizzando una vendita-farsa delle sue attività di ristorazione a prestanomi.

Secondo il Gip, invece, il quadro indiziario resta immutato: le intercettazioni sono ritenute valide e, in aggiunta, a completarlo concorrono anche le dichiarazioni rese direttamente da Salvatore Lo Russo, ex-capoclan ed ora collaboratore di giustizia, che ha indicato in Pisani un amico e confidente: il divieto di dimora a Napoli e provincia richiesto dai pm titolari del procedimento, Sergio Amato ed Enrica Parascandolo, è così confermato.

Nel frattempo, però, Pisani potrà continuare ad esercitare la sua attività: “La misura del divieto di dimora non pregiudica la sua attività di poliziotto – dichiara Giandomenico Lepore, procuratore capo di Napoli – e se i suoi capi vogliono, può continuare a svolgere la sua attività d’indagine fuori dal cerchio della provincia di Napoli. A Napoli certamente non potrà tornare, ma i suoi poteri non gli sono stati tolti: cosa diversa sarebbe stata se fosse stato applicato un provvedimento di interdizione”.

I legali, a questo punto, aspettano la decisione del Tribunale del Riesame, cui hanno fatto ricorso.

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