La tecnica utilizzata da Orioli è l’acquerello, per disegnare, forse, con leggerezza alcuni nodi cruciali dell’attualità partenopea, come l’inquietante drammaticità azzurrognola di un lenzuolo bianco steso ai bordi della strada, dal quale fuoriescono solo due scarpe d’uomo in “Sosta a pagamento”. Oppure una veduta di gabbiani che, con forza rapace, difendono il baluardo napoletano di Castel dell’Ovo dall’attacco economico minaccioso di una nave cargo battente bandiera cinese.
Silenzio nervoso, quasi un urlo sordo quello che esprime il pannello acquerellato con volti anonimi e dalle bocche aperte, simile nell’impostazione del famoso “Urlo” di Edvard Munch: qui però i personaggi astratti gridano due frasi distinte, ma che non riescono ad essere sentite, comprese.
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