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Categories: CronacaNews

Napoli: ospedali in tilt, pazienti allo sbaraglio

L’ Ospedale Cardarelli di Napoli, nelle ultime due settimane, sembra sembra aver azzerato la disponibilità di Posti letto e barelle sistemate lungo i corridoi del fabbricato a causa della dilagante epidemia influenzale . Gli ammalati di Napoli e provincia, vista la momentanea indisponibilità del principale presidio ospedaliero campano, sono stati dirottati  verso altri presidi cittadini.

Secondo le prime stime, sembrano siano  oltre 26mila i contagiati nell’ultima settimana.I bambini,gli anziani e persone con patologie croniche sembrano essere i piu’ colpiti, secondo le proiezioni diffuse dall‘Istituto Superiore di Sanità. Franco Paradiso, direttore sanitario del presidio Cardarelli parla di: “totale saturazione della capacità ricettiva, sia ordinaria che straordinaria” e attualmente ha deciso di dirottare alcune ambulanze verso altri ospedali, per far fronte ai bisogni di tutti gli ammalati, non solo quelli designati al Cardarelli.

Paradiso, parla dei disagi di questi giorni: “Stiamo cercando di ridurre al minimo le problematiche, ma  sarà necessario valutare la direzione strategica da adottare per sospendere i ricoveri programmati non solo nelle medicine ma anche nelle altre branche che possono aiutare a decongestionare l’ospedale dalle barelle“.

I centralini del 118 sono in tilt per quattro grandi focolai e l’emergenza più grave riguarda i ricoveri: le barelle in dotazione alle ambulanze a causa del “tutto esaurito”finiscono per essere «requisite» nei pronto soccorso.

Le ambulanze, restano, in media, per due ore con il paziente all’interno dell’autosoccorso,  in attesa di poter  effettuare il ricovero e ripartire per un altro intervento. E alla centrale operativa i medici sono costretti a dire per i codici rossi: “Se potete, accompagnate il paziente direttamente in ospedale”.

Dario Aloja

Nato a Napoli, nel 1982, nel quartiere "Arenella", a metà strada tra il centro storico e la moderna zona collinare, Dario Aloja vive, da subito, le forti contraddizioni di una città divisa tra le nostalgie di un passato di capitale europea e un presente di metropoli labirintica, che ingoia sogni e speranze delle nuove generazioni. Come tanti giovani del terzo millennio, Dario avverte l'abisso che divide l'odierno modello capitalistico, che mondializza i totem tecnologici di una società alienante e disumanizzante, e le ragioni del cuore, il bisogno di gridare al mondo le esperienze del proprio vissuto, le emozioni dell'incontro con "l'altra metà del cielo". E questo magma incandescente di pulsioni, stati d'animo, sentimenti, affiora in superficie, diventa sfogo lirico, si fa "Pelle Libera".

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